Dipendenza: il grande trucco

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Cibo, sesso, relazioni, gioco d’azzardo, droghe, soldi, sigarette, lavoro, alcol, shopping, ecc. Ogni cosa puó essere oggetto di una dipendenza. Ci riguarda tutti perché fa parte della nostra quotidianitá molto piú di quello che pensiamo.

“Siete seduti a fumare; credete di essere seduti dentro la vostra pipa, ed è la pipa che vi sta fumando; siete voi ad esalare sotto forma di nuvole bluastre. Vi ci trovate bene, soltanto una cosa vi preoccupa e vi turba: come farete mai ad uscire dalla vostra pipa?” Charles Baudelaire – “Paradisi artificiali”

 

Ci riguarda tutti

La dipendenza fa breccia nello spazio tra come utilizziamo le sostanze e come affrontiamo le nostre emozioni. Siamo tutti passati attraverso alcune delle seguenti esperienze: venir licenziati, ricevere una brutta notizia, essere lasciati dal nostro partner, sentirci soli, ecc.

Tutti questi eventi possono determinare una reazione emotiva in noi che crea disagio e spesso ci rifugiamo in una serie di comportamenti potenzialmente dannosi: abbuffarsi di cibo, fumare sigarette, navigare per lungo tempo su internet, bere alcol e cosí via.

Tutti questi comportamenti sono solo delle compensazioni momentanee di una situazione di stress, ma quando le reazioni emotive non vengono reintegrate nel nostro sistema, posso trasformarsi in una dipendenza.

 

Uso, abuso e dipendenza

Iniziamo a distinguere quali sono i tre principali modelli comportamentali e mentali riguardo al consumo di sostanze: Uso, Abuso e Dipendenza.

> Si definisce “Uso”, quando siamo ancora noi il “Capitano della nostra nave”: ovvero usiamo una sostanza in modo consapevole senza abusarne e senza venirne usati o abusati. Esempio: “Oggi ho bevuto un caffè”

> “Abuso”: quando utilizziamo una sostanza in modo esagerato durante un periodo di tempo relativamente breve. In pratica le deleghiamo il ruolo di “Capitano della nave” per quel periodo, ma poi riprendiamo il controllo. Esempio: “Oggi ho bevuto 10 caffè”

> “Dipendenza”: quando la sostanza governa permanente la nostra vita e noi diventiamo lo “sguattero di bordo”! Non siamo piú noi ad usare la sostanza, ma è la sostanza ad usare noi. La dipendenza puó essere connessa con un comportamento di abuso oppure di uso. Esempi: Dipendenza+Uso= “Non posso fare a meno di bere un caffè al giorno”. Dipendenza+Abuso= “Non posso bere meno di 10 caffè al giorno”.

 

La radice della dipendenza

Secondo la mia esperienza di terapeuta e di essere umano, posso dire che la radice di ogni dipendenza è nella presenza in noi di dolore emotivo. Esso crea stress e noi lo reprimiamo per non sentirlo. Il dolore emotivo puó essere piú o meno intenso e di solito è causato da traumi, abusi, mancanza d’amore e bisogni emotivi non soddisfatti. L’intensitá emotiva del dolore dipende dalla gravitá degli episodi e in che periodo della nostra vita accadono. Se si verificano durante l’infanzia – periodo di grande vulnerabilitá fisica, emotiva e psicologica – il dolore emotivo ha un impatto piú forte sulla nostra psiche.

 

Che cosa è una dipendenza e a che cosa serve?

Una dipendenza è un meccanismo di compensazione del dolore emotivo, un riduttore dello stress e, allo stesso tempo, una ricerca di piacere. Crea una sorta di “tempo 0”, un taglio netto, una pausa tra noi e la percezione del dolore emotivo. Si tratta quindi di un contenitore che isola e tiene il dolore a bada. Ma è anche una ripetizione compulsiva di una esperienza di piacere, che viene usata come pain-killer.

Le sensazioni corporee e le sostanze chimiche rilasciate durante un orgasmo, ad esempio, sono un ottimo antidoto per il dolore emotivo del sesso-dipendente. Esattamente come lo sono le abbuffate di cibo per il bulimico, l’estasi provocata dalla droga per il tossicodipendente, i soldi per lo scommettitore, lo stordimento per l’alcol dipendente ecc. Una dipendenza è anche una sorta di linguaggio distorto per esprimere la presenza in noi del dolore emotivo.

“Mi sono ferito oggi
Per vedere se sento ancora
Mi concentro sul dolore
L’unica cosa che è reale
L’ago strappa un buco
La vecchia familiare puntura
Per cercare di ucciderlo del tutto
Ma mi ricordo tutto…”
Nine Inch Nails – “Hurt”

 

Come uscire dalla dipendenza

La prima cosa da fare è portare consapevolezza al nostro comportamento dipendente. Abbiamo bisogno di rallentare e capire come funziona la nostra dipendenza per essere in grado di lasciarla cadere. Si tratta di un processo di decondizionamento da “automatico” a “manuale”.

Abbiamo bisogno di creare a mano a mano una distanza tra noi e le “armi” della dipendenza: pensieri, pulsioni nervose (ansia) e sentimenti negativi che ci spingono al comportamento dipendente. Dobbiamo imparare a non dare loro troppa attenzione e, allo stesso tempo, a lasciarli fare il loro gioco senza perderci dentro e senza cercare di reprimerli. Abbiamo bisogno di imparare a tollerare l’ansia e riconoscere che pensieri e sentimenti negativi non appartengono a noi ma alla dipendenza.

Anche se la dipendenza sembra essere forte, si tratta solo di un meccanismo acquisito, perció è possibile liberarsene. Naturalmente, il livello di difficoltá di questo processo dipende da quanto è alto il livello di attaccamento che abbiamo verso il comportamento dipendente, da quanto tempo siamo in una dipendenza e da quanto vogliamo veramente cambiare.

 

Prendersi cura di sé e lasciare che gli altri si prendano cura noi

A mano a mano che rinunciamo ai nostri comportamenti dannosi, iniziamo a lasciar andare la morsa che ci trattiene nella dipendenza. In questo modo c’è spazio perché il dolore emotivo si possa esprimere. Quando il dolore non è isolato, ma integrato nel nostro sistema, assistiamo all’inizio di una guarigione reale e profonda.

Si tratta di un processo graduale che trova un equilibrio tra la dinamica del prendersi cura di sé stessi e il lasciare che gli altri si prendano cura di noi. Non ci isoliamo in un atteggiamento egoistico di controllo: “Lo faccio tutto da solo!”, perché in questo modo non faremmo altro che servire la dipendenza. Né ci rifugiamo in un atteggiamento di totale delega: “Prenditi cura di me”, perché cosí rinunceremmo al nostro potere personale.

Abbiamo bisogno di aprirci alle persone che ci amano e/o ai professionisti per poter superare gli strati di vergogna, senso di colpa e paura che proteggono la dipendenza. Allo stesso tempo, dobbiamo prenderci la totale responsabilitá del nostro problema e usare la nostra forza interiore per essere di nuovo liberi.

 

Lasciar essere e lasciar andare

Una volta che lasciamo essere il nostro dolore emotivo, bisogna imparare a lasciarlo andare. Non sará piacevole perché molti ricordi, sentimenti ed emozioni profonde torneranno in superficie e dovremo farci i conti. Ma non ci dobbiamo preoccupare, il dolore emotivo non è infinito e, come tutte le emozioni e sentimenti, è qualcosa che per sua natura si muove, non è fatto per restare. Paradossalmente, si ferma solo se lo reprimiamo, ma se lo lasciamo libero, prima o poi ci lascerá.

 

L’ostacolo

È possibile che la dipendenza usi pulsioni nervose, sentimenti e pensieri negativi per darci un assaggio del suo potere. Ci sembrerá di impazzire e di essere totalmente persi dentro di essa, e magari avremo la forte tentazione di mollare tutto. Si tratta di un trucco, perché in realtá è la dipendenza stessa che sta perdendo potere e sta cercando di riportarci indietro.

 

Il piacere, l’ultimo mattone

Ogni dipendenza si basa sulla ripetizione compulsiva di una esperienza di piacere e questo è sicuramente l’ultimo attaccamento da lasciar cadere. Per rimuoverlo, bisogna che sostituiamo il piacere falso ed artificiale della dipendenza con un piacere reale e che ci nutra veramente. Infatti sperimentare un piacere “vero” dá un appagamento maggiore e piú puro.

Un mio cliente era dipendente dai porno e, nel corso della terapia, trovó un piacere di gran lunga piú profondo nel recupero della relazione con la moglie. Una relazione piena di amore, rispetto reciproco, buon sesso e complicitá. Se le cose tra loro non andranno bene, potrá magari sentire di nuovo il bisogno di usare i porno per avere un altro “paradiso artificiale”. Ma ora conosce bene la sua dipendenza, per cui è in grado di riconoscere la falsitá di tale bisogno, tollerare la tensione creata e condividere i suoi veri sentimenti con lei.

 

Il Grande Trucco

Dobbiamo radicarci nella comprensione profonda che una dipendenza non puó esistere senza di noi, mentre noi possiamo esistere senza di lei. Questa consapevolezza rivela la relazione di potere tra noi e la dipendenza, e finalmente mette le cose in ordine. Noi siamo infatti la vera fonte dell’energia che alimenta la dipendenza, senza di noi, muore! Perché è la dipendenza stessa ad essere dipendente da noi, in veritá! Si tratta solo di una bugia a cui abbiamo voluto credere.

Una volta che il trucco è svelato e compreso profondamente, il nostro investimento nella dipendenza svanisce ed essa non ha piú ragione di esistere. In questo modo inizia il processo graduale di reintegrazione del dolore emotivo e possiamo finalmente tornare a sperare e ad aprirci ad una nuova vita.

“Con gentilezza e amore,
lascio andare tutto ció che
non é propriamente me –
avendo fiducia nella veritá
di chi sono veramente”
~ Mooji

 

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Autore: Somesh Valentino Curti

“Oltre al mio lavoro di psicologo, mi piace scrivere articoli per il mio sito web e altre riviste online come: Iamexpat.nl e Expatshaarlem.nl
In questo modo posso condividere la mia esperienza su argomenti preziosi che potrebbero esserti utili se sei in un processo di terapia o se stai semplicemente esplorando questi contenuti. Il mio desiderio è che questi articoli possano ispirarti e darti una comprensione più profonda della tua vita

Contatti: info@expat-therapist.com

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