La Bellezza delle nostre Crepe
“C’é una crepa, una crepa in ogni cosa
é cosí che entra la luce…”
– “Anthem” by Leonard Cohen
Ho passato quasi tutta la mia vita a cercare di liberarmi delle mie “crepe” per diventare perfetto, sperando che questo mi avrebbe fatto sentire completo, soddisfatto e felice … Che sorpresa scoprire che è proprio il contrario! Più accetto e amo le mie crepe, più mi sento completo, soddisfatto e felice. Che sorpresa!
Ma cosa intendo per “crepe”? E come possono essere davvero fondamentali per la nostra felicitá?
Le “crepe”
Considero “crepe” le nostre imperfezioni fisiche, emotive, comportamentali, psicologiche e relazionali, quali paure, vulnerabilità, fragilità, stranezze, debolezze, difetti, fallimenti ecc. Tutte cose che di solito giudichiamo sbagliate e che nascondiamo. Ma perché lo facciamo?
Perché abbiamo paura che se gli altri vedessero le nostre “crepe”, saremmo respinti, giudicati, lasciati soli e quindi soffriremmo. Siamo costantemente impegnati ad escogitare strategie sempre diverse per essere amati dagli altri. Questo è il nostro bisogno fondamentale: essere amati. Iniziamo quindi a considerare le crepe come nemiche della nostra felicità e cerchiamo quindi di nasconderle, evitarle, sopprimerle o eliminarle. Non capendo che così facendo sviluppiamo solamente odio verso noi stessi e aumentiamo la nostra sofferenza, perché le crepe sono parte di noi. È come cercare di liberarsi del dolore di una ferita, grattandola…
Fino a quando andiamo avanti in questo modo?
Fino a quando non iniziamo a soffrire perché non siamo più noi stessi e ci sentiamo costretti nei ruoli che recitiamo. Questi ruoli rendono le nostre relazioni innaturali e richiedono cosí tanti sforzi per essere mantenuti! Che vita!
È solo quando emerge il bisogno naturale di essere noi stessi che iniziamo a rischiare e finalmente ci concediamo di sentire le nostre crepe e di farle vedere agli altri. All’inizio è molto spaventoso, ci si sente nudi e la vergogna o il senso di colpa possono venire in superficie. Cercano di proteggerci dall’essere esposti e quindi dal poter essere feriti.
Vergogna:
“Non sei degno e non sei abbastanza bravo, non provarci nemmeno, fallirai! “
Colpa:
“Qualunque cosa tu faccia è sbagliata, arrenditi!”
È il nostro bambino interiore che ha sperimentato il rifiuto e ha associato questo evento negativo, o eventi, all’essere aperto e vulnerabile. È spaventato e pensa che essere aperti fosse la causa del rifiuto, quindi inizia a chiudersi per sentirsi al sicuro. I giudizi negativi diventano lo strumento che impariamo ad usare per proteggerci da ulteriori rifiuti, ma a lungo andare ci rendono isolati e profondamente infelici.
Che cosa succede veramente quando ci concediamo di far vedere le nostre crepe?
Iniziamo a rilassarci e le persone intorno a noi inizieranno a sentirsi più attratte da noi, perché possono anche loro rilassarsi, possono essere sé stesse con le loro crepe. Che libertà! Che gioia!
È come nell’arte giapponese del Kintsugi in cui le crepe degli oggetti rotti sono riempite d’oro. Le crepe rendono l’oggetto ancora più prezioso e bello. Questa arte celebra l’unicità e le imperfezioni come la vera Bellezza.
Foto dal sito:
https://www.artlovingitaly.com/the-japanese-art-of-kintsugi-explained/
Di che cosa sono fatte le nostre crepe?
Sono fatte delle nostre esperienze di vita che, come colpi di scalpello, ci modellano e ci conferiscono la nostra forma unica, che costituisce la nostra autentica bellezza! Quando il nostro cuore è spezzato, diventa sempre più grande e largo. Le crepe non lo rompono mai veramente, ma in realtá aumentano la nostra capacità di essere empatici e di amare e diventiamo cosí più capaci di comprenderci e sostenerci a vicenda.
Se ci fate caso, tutti i film, le esibizioni artistiche, le canzoni, i dipinti, le poesie, i romanzi ecc, sono basati sulle nostre crepe, perché? Perché ci rendono umani e unici. Mentre la perfezione, il controllo, l’ordine, ecc, ci rendono meno umani, più contratti e repressi. Le nostre differenze scompaiono nella speranza di essere accettati ed amati. Da essere un’opera d’arte unica e irripetibile, diventiamo prodotti industriali realizzati in serie.
Una perfetta imperfezione
Se iniziamo a dare valore alle nostre crepe, impariamo che non abbiamo bisogno di pagare un prezzo per essere amati. Il modo in cui siamo è abbastanza. Amare e valorizzare le nostre imperfezioni è la cosa migliore che possiamo fare per noi stessi e gli altri, e la vita diventa una galleria d’arte universale e bellissima dove esibire le nostre crepe.
Gli esseri umani sono in fatti vere e proprie opere d’arte che camminano, lavorano, si relazionano, parlano, creano, ecc. Quando nascondiamo le nostre crepe, perdiamo questa bellezza; quando ci apriamo, iniziamo davvero a brillare e a vedere la stessa bellezza che risplende attraverso gli altri. Chiamiamo questa esperienza, amore.
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Autore: Somesh Valentino Curti
“Oltre al mio lavoro di psicologo, mi piace scrivere articoli per il mio sito web e altre riviste online come: Iamexpat.nl e Expatshaarlem.nl
In questo modo posso condividere la mia esperienza su argomenti preziosi che potrebbero esserti utili se sei in un processo di terapia o se stai semplicemente esplorando questi contenuti. Il mio desiderio è che questi articoli possano ispirarti e darti una comprensione più profonda della tua vita“
Contatti: info@expat-therapist.com
2 Comments
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Questo articolo è stato di grande aiuto e supporto in un periodo difficile della mia vita. Impossibile smettere di ringraziare! Grazie grazie grazie
Namaste’