Troppo o troppo poco: le dinamiche del potere personale

potere personale“Non ho la forza”

“Non so se ce la posso fare”

“Non riesco a prendere decisioni”

“Ho paura ad espormi”

“Non so come affrontare questa situazione”

“Non riesco ad amarmi”

Ecc.

Queste sono alcune delle frasi che i miei pazienti mi ripetono durante le sedute. Molte delle loro difficoltá sono infatti legate alle dinamiche del “potere personale”:

Posso farcela?

Posso esprimermi?

Posso prendere decisioni?

Le persone che iniziano una terapia mi pongono spesso queste domande, e mi confidano quanto si sentano bloccate e deboli. Soffrono perché assumono una posizione nei confronti di loro stessi e della vita che manca di “forza” o “potere” (intendiamo questi termini come intercambiabili nel resto del testo). Questa posizione peró non puó essere compresa e superata se non la mettiamo in relazione con la sua controparte, il “troppo potere” – vanno a braccetto, come si dice.

 

O troppo o troppo poco

Quando le persone hanno troppo potere, e ne sono identificate, hanno la tendenza ad abusare gli altri in modo diretto, oppure in modo indiretto e manipolatorio. Questa posizione di abuso nasce in realtá da un bisogno di compensazione, rispetto ad un vero e proprio senso di impotenza e di mancanza d’amore.

Quando invece le persone si sentono con poco potere o senza il diritto di poterlo esprimere, lo stanno in realtá reprimendo per mantenere tutto sotto controllo. Si tratta di una finta sicurezza, e si lasciano cosí usare e manipolare da chi al contrario usa il proprio potere contro gli altri.

Avere troppo potere o troppo poco potere, è in entrambi i casi pericoloso e dannoso. Queste persone mancano di un contatto autentico con il proprio potere interiore, e il potere esterno viene usato per compensare tale mancanza.

 

Potere esterno: abuso e manipolazione

Che cos’è il potere esterno? In questo testo intendo per “potere esterno”, un senso di sicurezza, soddisfazione e riconoscimento personale che deriva da una fonte esterna. Siamo parte della societá, e la societá è fatta di ruoli sociali che identificano quali sono le nostre funzioni e il nostro contributo: lavoro, relazioni, condizione economica e condizione sociale.

Se non stiamo bene con noi stessi e abbiamo una bassa autostima, possiamo iniziare a cercare una compensazione a questa mancanza nel mondo esterno, in modo da non sentire il dolore che ne deriva. Se ci allontaniamo troppo da noi stessi peró, iniziamo a dimenticarci del nostro mondo interiore, e possiamo cercare inconsciamente di far star male gli altri, nella stessa misura in cui stiamo male noi stessi. A questo punto diventiamo dipendenti da un potere esterno, che ci dia l’opportunitá di coprire la nostra sofferenza abusando gli altri o manipolandoli.

La dipendenza dal potere esterno si manifesta in diversi modi: quando investiamo tutta la nostra vita nel mantenere il prestigio di uno status sociale; quando bramiamo in modo eccessivo una carriera di successo e vogliamo raggiungere posizioni “importanti”, come diventare politici, poliziotti, ufficiali dell’esercito, managers ecc; quando diventiamo prepotenti in piccoli gruppi sociali, quali la famiglia, il lavoro, amici, sport clubs, ambienti artistici ecc.

 

Potere esterno: vittimismo e repressione

Chi esercita un potere esterno ha bisogno di qualcuno che lo subisca, e viceversa. Quest’ultimo è il caso di quando assumiamo il ruolo di vittime nei confronti di chi usa il potere esterno in modo attivo. Se vogliamo infatti compensare una mancanza di autostima, possiamo farlo cercando di ottenere potere esterno e di esercitalo sugli altri, oppure possiamo assorbire il potere esterno da quelle persone che di solito definiamo come “potenti” o “importanti”. In questa situazione anche noi come vittime esercitiamo in realtá il nostro potere, tenendo queste persone agganciate, adottando un comportamento manipolatorio. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro per esistere.

Non c’é niente di male nel rappresentare i nostri ruoli sociali. Quello che è importante è non lasciare che ci definiscano completamente, e non rimanere imprigionati nelle maglie del potere esterno. In questo caso, ci allontaneremmo completamente dalla nostra interioritá e diventeremmo inconsciamente prigionieri del nostro comportamento.

 

Potere interiore

Che cos’é il potere interiore? In questo testo intendo per “potere interiore”, un senso di sicurezza, soddisfazione e riconoscimento personale che sorge dalla nostra interioritá. È una forza che non ha bisogno di conferme esterne, semplicemente “è”: non ha bisogno di provarsi o provare nulla; né di opprimere o di essere oppressa.

Se ci sentiamo intrappolati in ruoli esterni o in comportamenti automatici, possiamo iniziare a sentire una sofferenza psicologica. Si tratta di una espressione del nostro potere interiore. La sofferenza prende spesso la forma di sintomi fisici o di problemi emozionali, essendo questo l’unico modo che la nostra consapevolezza ha per “farsi sentire”. Non sono altro che il risultato della frizione della consapevolezza contro le sbarre del potere esterno. Il potere interiore sveglia la nostra mente perché si metta in moto per avviare un cambiamento positivo.

 

Un esempio di espressione del potere interiore

Mettiamo il caso che siate in una relazione con qualcuno che, anche se manipolativo ed abusivo, vi dia comunque un senso di sicurezza e di essere amati. In questo caso state assumendo il ruolo della vittima. Mendicate amore e lo accettate anche se è mischiato con sentimenti negativi che vi fanno soffrire.

Se ad un certo punto iniziate a stare male in questa situazione e sentite l’urgenza di un cambiamento, significa che state sentendo il segnale d’allarme lanciato dalla vostra consapevolezza. Infatti, l’amore per sé stessi non puó essere veramente compensato da fonti esterne, ha bisogno di voi in prima persona! Quello che spaventa di questo processo è che bisogna attraversare il proprio dolore ed imparare ad amarsi senza delegare questo compito a qualcuno di esterno.

 

Dal potere esterno al potere interiore

Ecco alcuni consigli utili se sentite l’urgenza di muovervi da una posizione in cui vi sentite senza potere, o con troppo potere esterno, ad una posizione di potere interiore:

> La sofferenza é la porta verso un cambiamento sano, lasciate che si manifesti e abbiate il coraggio di affrontare le vostre paure e il vostro dolore.

> Non c’é niente di male nell’avere dei ruoli sociali e del potere esterno. Quello che è importante è bilanciarlo con una buona connessione con il potere interiore. Piú siamo in contatto con il nostro mondo interiore, meno abbiamo la necessitá di usare potere esterno.

> Se alcuni dei vostri comportamenti vi fanno soffrire, provate a fare un “reality check”:

“Perché mi comporto cosí?”

“Perché investo cosi tanto in questo modo d’essere?”

“Cosa posso fare per cambiare quello che mi fa soffrire?”

 

Seguire il cambiamento

Sta a noi essere onesti con noi stessi e non negare il cambiamento che sorge dalla nostra consapevolezza, ma al contrario, seguirlo e facilitarlo. Anche se è in conflitto con il nostro solito modo di vivere.

Essere piú consapevoli di noi stessi è l’unica cosa a cui dare veramente prioritá. Tutto il resto viene da sé.

 

Se l’articolo vi é piaciuto, sentitevi liberi di condividerlo e di lasciare un commento qui al fondo pagina.

Autore: Somesh Valentino Curti

“Oltre al mio lavoro di psicologo, mi piace scrivere articoli per il mio sito web e altre riviste online come: Iamexpat.nl e Expatshaarlem.nl
In questo modo posso condividere la mia esperienza su argomenti preziosi che potrebbero esserti utili se sei in un processo di terapia o se stai semplicemente esplorando questi contenuti. Il mio desiderio è che questi articoli possano ispirarti e darti una comprensione più profonda della tua vita

Contatti: info@expat-therapist.com

Share your thoughts